Il filo nascosto

Il filo nascosto| EEUU, 2017 | Drammatico | 130’ | Paul Thomas Anderson

Sul film

L’acclamato stillista Reynolds Woodcock lavora con la sorella Cyril nel suo atelier. Insieme fanno nascere un’azienda di moda secondo le esigenze dell’alta società inglese degli anni ’50, dove i comportamenti ossessivi del protagonista saturi di routine e paure, si intrecciano con le faccende quotidiane dei suoi dipendenti. D’altra parte, le diverse donne che passano per la vita del designer fanno parte di quell’arida quotidianità che attraversa ogni aspetto della sua vita. Queste si susseguono senza lasciare traccia fino all’arrivo di Alma, che diventa gradualmente un oggetto d’amore insostituibile. L’ulteriore suggerimento della sorella di sbarazzarsi di lei come ha fatto con le altre e il rifiuto di Woodcock di eseguire quel rito segnano un prima e un dopo nella trama del film.  La sceneggiatura rivela anche il fascino per la figura di Balenciaga sentito dal regista, che scrive le scene sulle condizioni fisiche del protagonista e le cure fornite da Alma nel momento in cui lui stesso era ammalato. Il filo nascosto ha ottenuto sei nominazioni all’Oscar (miglior film, regista, attore, attrice non protagonista, costumi e colonna sonora) vincendo il premio per il miglior costume.

La passione per i dettagli

“Il piccolo dettaglio cambia tutto, completamente” (Miller, 2010). In effetti, il film sembra costruito sulla sua esaltazione. I dettagli si localizzano nella trama e nella performance degli attori. C’è una verità che si scorge nel dettaglio. D’altra parte Daniel Day-Lewis interpreta un personaggio intimo in cui l’eloquenza passa in secondo piano per concentrarsi sul linguaggio del corpo. Una recita rigororosa ed esigente scossa da passioni e aggressività a malapena contenute, tradotta in sguardi e piccoli gesti. Il protagonista è immerso in una follia lucida e grottesca allo stesso tempo, incorniciata da una serie di abitudini e rituali. Il suo mondo solitario è costantemente minacciato dall’amore di Alma, che cerca di entrare nella sua vita spezzando quell’equilibrio nevrotico che ostacola l’incontro tra i due. Lo fa attraverso piccoli dettagli quasi impercettibili che la portano all’essere di Woodcock. Miller afferma che nel dettaglio esiste una distribuzione molto sottile dei tratti evocati. Sono segni della storia del soggetto articolati in un discorso. Detta condizione attraversa tutto il film. In questo modo la relazione con la sorella, che fino a quel momento era considerata efficace e insostituibile, cambia statuto quando il suo interesse si focalizza sulla co-protagonista. Desiderare significa in senso proprio, “rimpiangere un’assenza” e per questo è necessario che il godimento, il quale potrebbe essere soddisfatto nel proprio corpo consenta di pensare all’assenza di qualcuno, vale a dire, riuscire a passare per il corpo dell’altro (2010). Alma diventa l’oggetto del desiderio di Woodcock dopo aver perpetrato laboriosi giri attorno alla condizione d’amore. Le eventualità dell’incontro pongono in primo piano un tipo di alienazione intima e assoluta allo stesso tempo in cui l’odio, l’amore e il desiderio si presentano simultaneamente in modo imperioso e velato. In quel legame che trasforma entrambi, Alma gli ricorda, come lo schiavo che teneva gli allori del Cesare, “non sei altro che un uomo”. Precisamente, lei non voleva al grande stilista, ma all’uomo che avesse bisogno di lei.
  • Author: Dott.ssa Rosana Alvarez Mullner
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  1. Miller, J.A. (2008), El partenaire – síntoma, Argentina, ed. Paidós.
  2. Miller, J.A. (2010), Los divinos detalles, Argentina, ed. Paidós.