CLINICA

  I SINTOMI E IL LORO TRATTAMENTO

 

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Questa pagina contiene la descrizione di alcune delle manifestazioni sintomatiche maggiormente presenti nella nostra epoca. Sebbene la sua fonte sia nosografica, la direzione della cura che proponiamo si basa sulla parola del soggetto, nel più profondo rispetto della sua particolarità.

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DEPRESSIONE

La depressione è un sintomo di cui attualmente soffre un gran numero di persone. Spesso non viene identificata dai medici di base poiché coloro che ricorrono a essi riescono a localizzare nel corpo certi disagi avvertiti in modo diffuso e vago, motivo per cui non li associano a questioni emozionali. In realtà si tratta di una condizione psichica generale che si manifesta anche nel somatico. Può presentarsi come parte di un quadro clinico più ampio. Da qui la necessità di implementare trattamenti specifici orientati dalla logica del caso per caso.

I sintomi includono sentimenti di tristezza, stanchezza, senso di colpa, instabilità, ma anche mal di testa, ansia e difficoltà a dormire. Il ritiro sociale insieme a un tono dell’umore basso è quasi la norma. In linea generale si distinguono: la depressione per lutto, la depressione maggiore e il disturbo distimico dell’umore. Si esclude come quadro di natura psichica se la depressione è dovuta a una affezione medica generale o all’uso di sostanze.

Disturbo distimico o depressione “bianca”

I sintomi della cosiddetta depressione bianca, per non riferirsi necessariamente a una sensazione di tristezza, potrebbero disorientare al professionale nel momento di elaborare una diagnosi. Tuttavia si osservano manifestazioni nel corpo quali perdita dell’appetito, insonnia o ipersonnia, bassa energia o affaticamento, diminuzione dell’autostima e mancanza di concentrazione, sensazione di fallimento, l’impressione di non essere in grado di andare avanti nella vita e la difficoltà nel prendere decisioni, anche quelle considerate le più semplici. La persona possiede un basso tono dell’umore la maggior parte della giornata, quasi sempre per lunghi periodi, anche anni.

Depressione Maggiore

Nel quadro clinico la persona, oltre alle caratteristiche della depressione bianca, presenta notevoli difficoltà a livello del funzionamento psicomotorio. Si evidenziano sentimenti di colpa e inutilità, a volte accompagnati da esperienze allucinatorie visuali o uditive.

Lutto

Nel caso del lutto, la depressione viene attribuita alla perdita di una persona cara. Quando si manifesta possono presentarsi segni di depressione bianca ma anche sentimenti di colpa e inutilità, caratteristici della depressione maggiore. Il soggetto considera normale sentirsi “depresso”. Può diventare patologico quando il tempo del lutto si prolunga senza che si produca una graduale riduzione del dolore o miglioramento del tono dell’umore.

DISTURBI D’ANSIA

L’ansia è uno stato psichico caratterizzato da un sentimento di paura e preoccupazione, tensione ed eccitazione più o meno intensa e duratura che comporta, in misura maggiore o minore, difficoltà ad affrontare la vita nel quotidiano. Può essere correlata a pensieri ripetitivi e invadenti riguardanti stimoli interni o esterni, con una reazione emotiva che la persona stessa considera incongrua. Se supera ulteriormente i limiti soggettivi, può risultare paralizzante.

L’ansia spesso è accompagnata da disturbi fisici come ad esempio sintomi neurovegetativi, circolatori, gastrointestinali, muscoloscheletrici, respiratori e neurologici. In generale, le persone non riescono a identificare chiaramente il problema psichico sottostante, sebbene riconoscano che non si tratta solo del corpo.

Ansia di separazione

Oggigiorno è uno stato emozionale molto frequente. Si esternalizza attraverso un’angoscia eccessiva di fronte all’allontanamento reale o immaginario dal luogo in cui il soggetto si sente protetto o dalla persona alla quale è maggiormente legata. Il disagio può anche presentarsi a causa di una anticipazione illusoria dell’evento considerato traumatico, sebbene non esista una concretizzazione della separazione nella realtà.

Nei bambini questa manifestazione sintomatica sembra esprimere una preoccupazione eccessiva per il pericolo immaginato della scomparsa di figure di riferimento. Secondo il DSM-IV il disturbo d’ansia da separazione nei minorenni si presenta a causa di esperienze particolarmente stressanti e che comportano un movimento simbolico importante (cambio di scuola, città, scomparsa di una figura di riferimento, ecc.). Attualmente anche nell’adulto si osservano questi stati, ma in relazione all’eventuale perdita di una moglie, di una fidanzata/o, di un figlia/o. Senza l’oggetto amato la persona si sente privata della capacità di reazione diventando, il più delle volte, aggressiva o invadente nei suoi confronti. La violenza familiare o di genere è la massima espressione.

ATTACCHI DI PANICO

Gli attacchi di panico sono episodi di ansia e paura intense che iniziano improvvisamente e si presentano in una rapida scalata di circa dieci minuti. Il soggetto descrive l’esperienza come terrificante. Alcuni sintomi sono: palpitazioni, sudorazione, sensazione di soffocamento, tremore, dolore al petto, vertigini, nausea, formicolio alle estremità, sensazione di stranezza, paura di perdere il controllo, di morire o di impazzire. Gli attacchi di panico sopraggiungono inaspettatamente. Possono essere paragonati all’apparizione di un fulmine a ciel sereno. Non sono associati a una situazione specifica o a stimolo, anche se coloro che ne soffrono tendono ad attribuirli a un contesto o scenario determinato e per questo sentono un desiderio urgente di allontanarsi da quella situazione in cui è avvenuto il suddetto attacco. 

FOBIE

La principale caratteristica della fobia è una paura marcata, persistente e irrazionale causata dalla presenza di un oggetto o di una situazione specifica. La persona riconosce quella paura come assurda o eccessiva. Allo stesso modo, la situazione fobica viene evitata o sopportata con profondo disagio. Alcuni elementi fobici caratteristici sono: animali, sangue, iniezioni, ferite, mezzi di trasporto, fenomeni naturali, ecc. Sebbene l’oggetto fobico riguarderà sempre la particolarità di ciascun soggetto.

Agorafobia

È l’ansia correlata a luoghi o spazi aperti che si manifesta senza motivazioni specifiche e comporta una alterazione della quotidianeità del soggetto. La persona evita qualsiasi situazione che si trovi al di fuori della sua “area protetta”. In effetti, non è in grado di abbandonarla. La zona di comfort si circoscrive a contesti conosciuti come ad esempio l’abitazione, il lavoro, la casa di un parente o della famiglia di origine. I timori che spesso emergono sono: la paura di essere soli fuori casa; di stare in mezzo a una folla; in una fila; in un ponte; di viaggiare in autobus, treno o auto. A volte, nel tentativo fallito di identificare la fonte dell’ansia, la persona limita o prescinde dalle situazioni sociali.

Fobia sociale

È la paura di partecipare a una situazione sociale o di tipo prestazionale, non familiare ed esposta a un possibile giudizio. Questo scenario o la possibilità di trovarsi in esso provoca un’ansia quasi immediata per la quale il soggetto si sente nella necessità di difendersi cercando di evitare il luogo o luoghi che associa alla fonte del disagio. L’intensità può variare se la persona vive già situazioni stressanti o conflitti emozionali.

PATOLOGIE ALIMENTARI

I disturbi alimentari sono una frazione significativa dei cosiddetti nuovi sintomi della modernità. Le manifestazioni principali sono la bulimia, l’anoressia, l’obesità e il disturbo alimentare incontrollato (Binge Eating Disorder).

Bulimia – Anoressia

L’anoressia e la bulimia nervosa (rifiuto radicale e compulsione verso il cibo) sono due facce della stessa medaglia. Nelle vicissitudini del soggetto con l’Altro inteso come “alterità”, si combatte una battaglia il cui esito è il sintomo alimentare. La persona anoressica crea un “muro” tra se stesso, il cibo e l’ambiente sociale. L’angoscia eccessiva risultante dall’incontro con il prossimo fa sì che diventi necessaria una forma di rifiuto. Il soggetto anoressico si concentra sul proprio corpo in una lotta instancabile in cui conta calorie, controlla ogni assunzione di cibo, pesa, misura, brucia. Questo lavoro estenuante comporta danni che a lungo termine possono diventare definitivi per l’apparato digestivo e genitale, nonché per denti, ossa, capelli e pelle. Con il passare del tempo, la concentrazione e la forza fisica divengono sempre più limitate. La bulimia, d’altra parte, è la deglutizione compulsiva del cibo seguita da comportamenti di eliminazione come il vomito, l’assunzione di lassativi e l’esercizio fisico estenuante. Il soggetto bulimico non può evitare una serie di rituali e se ne rammarica, ma continua in una reiterazione senza fine mettendo in atto un circolo vizioso in cui si predispone all’evento mangiando compulsivamente fino a quando non si sente imbottito, per poi rimettere. A volte sceglie il tipo di abbuffata e acquisce il necessario per compiere l’azione. Il cibo scelto di solito condiziona il comportamento di eliminazione adottato. La compulsione è seguita da forti sentimenti di colpa. L’atteggiamento alterato del soggetto nei confronti del cibo è la manifestazione di un dolore, di un disagio che colpisce principalmente le relazioni con il proprio corpo, con l’altro sesso e con il suo essere in generale. Il congelamento anoressico e la deriva bulimica ne sono i suoi corollari sintomatici.

Obesità

Come nell’anoressia, l’obesità risulta evidente all’altro. Il corpo traboccante rivela una disfunzione che, a differenza dell’anoressia, non trova né consenso né accettazione sociale. La persona che la soffre generalmente si sente mortificata ed emarginata. Questo sintomo è vissuto come una vera devastazione dell’immagine. L’eccesso che invade il corpo è avvertito per il soggetto come qualcosa che non gli appartiene. Ci sono molte conseguenze fisiopatologiche che la posizione sintomatica comporta per lo stato di salute generale. Questo tipo di neutralizzazione della potenza espressiva del corpo trova proseguimento nella difficoltà del soggetto di esprimersi verbalmente sulla propria questione. L’obesità è un discorso silenziato che ottiene una certa forma di espressione attraverso il corpo. La persona descrive il proprio peso come qualcosa di esterno che non gli appartiene. Allo stesso tempo, il grasso funziona come una barriera che protegge un sé senza carne, troppo fragile per reagire. Il soggetto obeso fa fatica a dire “no”. Il cibo, segno per eccellenza dell’amore primario della madre permette di compensare le carenze. L’incontro con il sesso opposto viene spesso evitato. Il binomio depressione-obesità risulta centrale, specialmente nelle donne.

Disturbo da alimentazione incontrollata o  Binge Eating Disorder (BED)

Le persone che soffrono questo tipo di disturbi alimentari mangiano compulsivamente e ricorrentemente, ma non usano comportamenti di espulsione compensativi come nel caso della bulimia nervosa. In altre parole, i soggetti con disturbo da alimentazione incontrollata tendono a mangiare regolarmente grandi quantità di cibo al di là della abbuffata. Per questo motivo, essere in sovrappeso è la regola. Sebbene a volte la persona attribuisca un’enorme importanza alle forme del corpo, la ulteriore ricerca del controllo nell’assunzione di cibo, fallisce.

NEVROSI OSSESSIVA

Ossessioni – Compulsioni

Affrontando la questione da un punto di vista puramente fenomenologico, la persona con questo tipo di sintomatologia mostra una serie di manifestazioni segnate dal perfezionismo, la puntualità, la pulizia e l’attenzione per il dettaglio. Per quanto riguarda il comportamento in relazione agli altri, la moralità, l’etica e il fare le cose nel modo “corretto” è il segno distintivo. Ogni tratto del soggetto si sostiene a spese della flessibilità e dell’efficienza con la tendenza a considerare tali tratti come caratteristici della personalità. Di solito hanno una grande fissità e oscillano tra il controllo e la perdita di controllo. Queste persone spesso dispiegano rituali e comportamenti compulsivi che non sono in grado di evitare. Modi di fare del soggetto che potrebbero essere descritti come bizzarri anche se finalmente incorporati nella vita quotidiana e qualificati concernenti al loro carattere. A grosso modo e sulla base di una descrizione di tipo nosografico, altre singolarità sono: lavarsi ripetutamente le mani, toccarsi una parte del proprio corpo più volte, pronunciare una certa orazione o frase prima o dopo l’esecuzione di una azione. In relazione al denaro possono essere estremamente generosi o avari con se stessi o con gli altri. L’influsso della religione è la ragione degli ideali di purezza e perfezione a cui aspirano e da cui deriva il giudizio verso se stessi o verso gli altri, con la conseguente colpa da espiare o da attribuire.

SINTOMI FISICI NON GIUSTIFICATI

Un corpo che parla

L’espressione “sintomi fisici ingiustificati” viene utilizzata nel DSM-IV come definizione riassuntiva per indicare una condizione medica generale che non coincide con la sintomatologia che il soggetto afferma di soffrire. A volte il problema fisico può essere presente ma in ogni caso la persona non riesce a giustificare l’intensità o la natura del disagio, poiché la psiche trasforma la afflizione in sofferenza somatica. Si tratta di un corpo che parla e dice ciò che essa non è in grado di esprimere. La questione che sostiene detta soluzione di compromesso tra psiche e soma rimane sconosciuta all’individuo, che non si spiega la natura dei propri sintomi né la sua persistenza. La pratica dello psicoterapeuta deve essere guidata dal discorso in modo tale che ciò che è stato silenziato trovi le parole che riescano ad alleviare il disagio del paziente.

NUOVE DIPENDENZE

Le dipendenze hanno come elemento centrale la compulsività insieme all’impossibilità di controllare un certo comportamento, non importa quanto dannoso possa essere per il soggetto. La persona non riesce a bloccare un impulso o un desiderio pressante che lo spinge a compiere una azione pericolosa o dannosa per se stesso o per gli altri. Colui che soffre di questo problema avverte una crescente sensazione di tensione o eccitazione in precedenza all’esecuzione di una determinata azione, a cui seguono soddisfazione e sollievo dopo il compimento dell’atto.

La dipendenza non deve necessariamente essere esplosiva. Dette dipendenze e le loro manifestazioni hanno tante sfaccettature quanti soggetti esistono, ma potremmo affermare che la frase “non posso farne a meno” si trova invariabilmente presente in tutte le espressioni di questo sintomo. Ci sono dipendenze riconosciute dal comune della società come ad esempio droghe, alcol e gioco d’azzardo a cui si aggiungono altre tipiche della nostra  contemporaneità. In effetti, la cultura capitalista con la sua incessante ricerca di soddisfazione immediata attraverso gli oggetti, ha prodotto nuovi sintomi. In questo ordine di cose si trovano lo shopping compulsivo, il consumo dilagante, l’abuso di Internet e l’accumulazione compulsiva.

LE PSICOSI

Forme di disorganizzazione

Le schizofrenie, la paranoia, le psicosi ordinarie, le psicosi straordinarie e la psicosi maniaco-depressiva appartengono alla classificazione. Questo tipo di funzionamento psichico comporta un profondo estraneamento e disorganizzazione della realtà della persona. Il mondo perde significato, le entità si sbriciolano o diventano inconsistenti. Per il soggetto psicotico gli altri potrebbero trasformarsi in esseri pericolosi o invadenti generando in lui esperienze di devastazione difficili da sopportare. Ci sono sentimenti di desolazione, apatia e affaticamento del corpo. In questo caos soggettivo la persona si isola, a volte invasa da voci, pensieri che riconosce come propri, essendo consapevole che nessun altro può vederli o ascoltarli. Tuttavia conferisce loro una consistenza reale, vale a dire, sperimenta una certezza inamovibile della sua esistenza. Esistono diversi gradi di disorganizzazione e tipi di psicosi. Visitare lo psichiatra diventa cruciale, sebbene il lavoro psicoterapeutico sia indispensabile, poiché è principalmente ciò che consente alla persona di ricostruire il proprio mondo e di trovare un modo di vivere e interagire con gli altri attraverso un’invenzione inedita che le permetta di inserirsi nella sfera sociale e mitigare la propria sofferenza.

DISFUNZIONI SESSUALI

Disordini del desiderio

Le disfunzioni sessuali sono caratterizzate da anomalie più o meno significative in relazione al desiderio e/o alle modificazioni psicofisiologiche del ciclo di risposta della sfera sessuale nelle diverse fasi: desiderio, eccitazione, orgasmo, risoluzione. Possono verificarsi dall’inizio dell’attività sessuale o limitarsi a una situazione, persona o contesto.

Disturbi del desiderio sessuale ipoattivo maschile e femminile

Il desiderio è la manifestazione massima della spinta del soggetto verso il mondo. Quando esiste un problema di natura inconscia, questa sfera è la prima ad essere compromessa. Alcune delle sue espressioni sintomatiche consistono nell’assenza o diminuzione di fantasie sessuali; l’attenuazione dello slancio o dell’interesse per l’attività sessuale. Questo calo della libido in genere causa preoccupazione nell’individuo, conflitti nelle relazioni interpersonali e angoscia. Nella stragrande maggioranza dei casi, il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo si concretizza in un’assenza quasi totale di rapporti sessuali per un lasso di diversi mesi e talvolta anni. La perdita del desiderio sessuale può essere prolungata o episodica e in relazione a fattori psicosociali o relazionali.

Disordini dell’eccitazione sessuale

Disturbi dell’eccitazione maschile e femminile

È la difficoltà persistente o ricorrente nel raggiungimento di una risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione e tumescenza nel caso delle donne (sebbene il desiderio sessuale sia presente), e una difficoltà o assenza di erezione (disfunzione erettile) nel caso dell’uomo. I disturbi dell’eccitazione maschile e femminile si riflettono nell’impossibilità parziale o completa, persistente o ricorrente, di raggiungere o mantenere un’erezione abbastanza a lungo, o una lubrificazione conveniente per svolgere la attività sessuale generando, in ogni caso, un disagio significativo o conflitti interpersonali.

Disturbi dell’orgasmo maschile e femminile

È una dilazione persistente o ricorrente dell’orgasmo, così come la sua assenza dopo una fase di eccitazione sessuale normale. Il problema può sorgere ad ogni incontro con il partner o solo in circostanze specifiche causando disagio e insoddisfazione. Appartengono a detta categoria l’eiaculazione ritardata o prematura negli uomini e l’anorgasmia nelle donne, caratterizzate da una manifesta riduzione dell’intensità delle sensazioni di piacere o da un ritardo dell’orgasmo in risposta a qualsiasi tipo di stimolazione sessuale.

L’eiaculazione precoce, tuttavia, si riferisce alla reazione che si manifesta in modo persistente e ricorrente a seguito di una stimolazione sessuale anche minima, prima, durante o subito dopo la penetrazione e in ogni caso, prematura a ciò che la persona vorrebbe.

Disturbo di avversione sessuale

Coloro che soffrono questo disturbo sfuggono a qualsiasi tipo di intimità con il proprio partner sessuale o alla possibilità di incontri sessuali occasionali. Per evitarli utilizzano strategie di copertura o scuse come andare a letto presto, trascurare il proprio aspetto, viaggiare, svolgere un’attività lavorativa intensa. Nel caso in cui il soggetto debba affrontare la possibilità di un incontro sessuale potrebbe subire un attacco di panico, vertigini o forte angoscia.

La disparaurenia

È il dolore genitale ricorrente o persistente in un uomo o in una donna prima, durante o dopo l’incontro sessuale, il che causa marcato disagio o difficoltà nelle relazioni interpersonali. La disparurenia non viene presa in considerazione se in precedenza esiste una diagnosi di vaginismo (spasmo involontario del terzo muscolo vaginale esterno che interferisce con i rapporti sessuali) o mancanza di lubrificazione.