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18/05/2025
Psicoanálisis a diario

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Jaume Plensa

Invisible
Invisible
Los siete hombres de Niza
Los siete hombres de Niza
Cuerpo con letras
Cuerpo con letras

IL VOLUME DELL’EFFIMERO

Spagna

Il lavoro di Plensa rispecchia l’interesse per la figura umana e per l’astrazione in relazione al volume, lo spazio e la tensione della forma, in una sorte d’intesa costante. I concetti fondamentali della sua espressione plastica si poggiano sulla spiritualità, il corpo e la memoria collettiva. Volti incompiuti di figure sospese nell’aria attraversate dalla luce e trattenute nel tempo, che raffigurano il riflesso dell’effimero della condizione umana. L’invisibile è la loro essenza. Le strutture vuote composte da lettere e simboli invitano a guardare dentro. Una parte importante del lavoro dell’artista è costituita da sculture e installazioni realizzate appositamente per gli spazi pubblici.

TONY OURSLER

Ojos en la Galería del CCK
Ojos en la Galería del CCK
Objeto mirada
Objeto mirada
Tony Oursler
El imperio de lo visual

Occhi inerti

New York

Oursler è un artista multimediale specializzato in installazioni, performance e creazioni video, noto per i suoi accostamenti innovativi. L’installazione formalizzata nel 2003 con il nome di Mirror waze (Labirinto di specchi) è parte integrante della mostra itinerante “Les visitans” della Fondazione Cartier. Sulle sfere giganti che la compongono vengono proiettati occhi che si aprono e si chiudono mentre i visitatori circolano fra queste gigantografie tridimiensionali. L’oggetto sguardo si sviluppa in forma radicale delineando un tratto fondamentale della modernità e dell’angoscia che esso comporta. La persona si metaforizza nel suo girovagare tra bulbi oculari che evocano il mondo del visivo. Come nella mostra, i soggetti si muovono con difficoltà nell’impero dell’immagine e dello sguardo.

Libri – consigliamo

La cámara lúcida

La camera chiara

Roland Barthes

La camera chiara costituisce l’ultima opera del semiologo e scrittore francese. Barthes avverte che il libro non si basa su studi riguardanti l’immagine rispetto tecniche o stili fotografici. Piuttosto analizza la connessione tra l’immagine e colui che la guarda, alla ricerca della apparizione di quell’effetto unico sullo spettatore, il punctum, quel che ferisce. Riconosce anche come essenza universale della fotografia il ciò-che-è-stato, inmancabilmente legato al referente. La foto della madre di Barthes come testimonianza di ciò che trascende, dell’immanente al di là del tempo, percorre trasversalmente l’intero testo e collega il suo piacere per la nostalgia all’amore e alla morte.

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